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Qualche volta, mentre discorrevano, quasi sempre allorchè Giorgio sembrava più spensierato od allegro, ella gli piantava in volto que’ suoi occhioni grigi, dalla pupilla larga e fosforescente, e rimaneva a fissarlo così due o tre secondi senza che un sol muscolo del suo viso si muovesse; quegli occhi riboccanti di vita su quel viso impassibile facevano un effetto singolare, e Giorgio non poteva sostenerne la tenacità penetrante, come se avessero a rimproverargli qualche cosa. Ella lo ascoltava per lo più in silenzio, sembrava attenta; quand’egli stornava gli occhi le labbra di lei si agitavano impercettibilmente, come se avessero mormorato qualche cosa. Ei le trovava sempre la stessa fisonomia fredda e marmorea.

— A che pensa? le domandò un giorno.

Ella lo guardò con tale aria di sorpresa che Giorgio si pentì della domanda fatta.

— A nulla... a cercar di sapere se mi sono divertita ieri al ballo in casa de Rancy, e se la musica del Don Carlos mi sia piaciuta.

Allorchè gli dava una di quelle risposte sem-