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volte che incominciavo ad uscire in carrozza, ed ero ancor debolissima, la folla mi dava il capogiro.

—Adesso però sta molto meglio.

—Si, adesso sto bene...

La Ferlita il quale era venuto sognando senza sapere precisamente che cosa, ma tutto pieno dell’immagine di quella donna che gli avea fatto girar la testa come un ragazzo, a poco a poco era rientrato nella sua pelle vedendola da vicino e discorrendo tranquillamente con lei tanto semplice e naturale; Nata era assai leggiadra, così ritta dinanzi al fuoco, ma nulla più, e solo allorquando fissavagli in viso gli sguardi egli sentivasi sconcertato e perdeva alquanto della sua disinvoltura. Allorchè si levò per andarsene ella stendendogli la mano:

—Presto, non è vero? gli disse.

Nell’andarsene La Ferlita diceva fra di sè:

—Giorgio, amico mio, m’è entrato il sospetto che tu ci abbia fatto una figura ridicola. Orsù, la testa a casa, e rimediamo al malfatto.