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versare tutti i loro sogni di pace, di amore e di felicità. Giorgio era annichilato: ad un tratto sentì stringersi la mano e si trovò il bimbo che gli era stato messo fra le braccia; il povero Giannino lo guardava sbalordito. La Ferlita con un movimento brusco e improvviso nascose il volto fra quelle piccole braccia, fuggendo una visione terribile, e sentì le braccia di Erminia che gli cingevano il collo.

— Povero Giorgio! mormorava Erminia. Noi t’ameremo tanto! tanto!...

Egli, senza una lagrima, ma pallido come un cadavere, se li strinse entrambi sul petto, forte, e a lungo.



Allorchè il convoglio si fermò a Giarre egli alzò il capo tuttora pallidissimo, guardò al di fuori, respirò con forza; sembrava si destasse da un lungo e penoso sonno. Il funebre treno che li precedeva era scomparso; il fumo svolgevasi ancora lentamente dall’imboccatura della galleria,