Pagina:Tigre Reale.djvu/210


— 205 —

della polvere d’oro, il mare luccicava di strisce d’argento; i giardini sparsi lungo la linea gettavano dentro i vagoni la fragranza dei fiori d’arancio; alle stazioni di campagna si vedevano dei contadini in abito di festa; le ragazze che passavano per le vie di campagna parallele alla strada ferrata salutavano il convoglio con grida giulive. Alla stazione di Acireale c’era una gran folla di venditori ambulanti, di cacciatori, e di contadini della Calabria che venivano a stormi per la mietitura. I due sposi erano soli nel loro scompartimento; Erminia osservava con curiosità il va e vieni di bagagli e viaggiatori; Giorgio guardava dall’altra parte. Il convoglio stava fermo più del tempo prescritto, poichè sulle rotaie si eseguivano delle manovre per un altro treno speciale che partiva. Questo treno era formato da due sole carrozze, oltre la macchina. In quel momento giungeva un signore di una certa età, biondo e vestito di nero, seguito da alcuni domestici, anch’essi in lutto; un impiegato della stazione chiudeva con fracasso lo sportello di uno dei va-