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XIX.



Erminia migliorò realmente, e in capo a pochi giorni entrò in piena convalescenza. Giorgio non la lasciava un momento; la covava, come si dice, cogli occhi, quasi dovesse farsi perdonare un gran fallo, dimenticando i brutti giorni passati a misura che la moglie rifioriva in salute, e sentendosi rinascere anche lui. Godeva di vederla assisa nella sua poltrona, vicino a quella finestra, pallida ancora e dimagrata, sorridendo con una dolce tinta di mestizia a lui e al suo bambino, e provava un vago sentimento di letizia a far riandare il pensiero a quella notte angosciosa passata