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quella notte in cui tutti i suoi pensieri si sconvolgevano e si abbuiavano, erale parso che tutto il mondo dovesse soffrire come lei. Il primo irrompere della sua gratitudine era stato impetuoso, l’era montato dal cuore alla testa, come una vertigine, l’avea fatta trasalire sin nelle più intime fibre del cuore! Però da quel momento in cui avea gettato le braccia al collo del cugino come se fosse stato un salvatore, avea evitato istintivamente di trovarsi sola con Carlo; sentiva che il gran bene che gli voleva e che gli avea sempre voluto, la turbava per la prima volta - allorchè l’avea rivisto si era fatta di porpora in viso.
Anche Carlo non sembrava più quel di prima. Stava dei lunghi quarti d’ora in silenzio e giocherellando coi guanti o colla frangia del canapè, mentre la signora Ruscaglia chiacchierava colla figlia, o mentre Erminia colmava di carezze il suo Giannino ancora palliduccio; avea perso il suo gaio umore, il suo riso spensierato, la sua franchezza giovanile; evitava di parlare di quel-