Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
— 166 — |
Se avesse potuto immaginare quanto costava alla povera Erminia!
Ella avea tutto indovinato, colla delicatezza squisita della donna; gli amici di Giorgio s’erano creduti in debito di narrarle un po’ alla volta vita e miracoli del marito, e specialmente la leggenda del viale Principe Amedeo; Giorgio in fondo era troppo onesto per riuscire a dissimulare completamente quello che soffriva. Da principio la povera donna s’era trovata sbigottita; l’isolamento in cui avea passato la prova crudele di quella notte d’angoscia le faceva paura, lo vedeva sempre dinanzi a sè, per quant’era lungo l’avvenire, nel mutato contegno dello sposo, nelle sue attenzioni impacciate e timide, nelle sue distrazioni, nelle sue preoccupazioni frequenti, in quegli occhi che evitavano i suoi, e che avevano costantemente qualche altra cosa dinanzi. Si sentiva derelitta; quel bambino convalescente le stringeva il cuore, quasi fosse orfano e qualche volta le carezze del padre urtavano la sua delicatezza, le repugnavano come se fossero mendi-