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civetta, orgogliosa, egoista, marmo di Carrara dentro e fuori; tal quale si vedeva, con quel sorriso glaciale, si diceva avesse spinto al suicidio il solo uomo che avesse mai amato, e amato alla follia, un amore da leonessa — si chiamava Nata, nome dolce come due note di musica.
— Vuol presentarmi a lei? disse Giorgio dopo avere ascoltato attentamente la viscontessa de Rancy.
— È inutile; ella lo conosce diggià.
— Ella?
— Sì, mi ha chiesto di lei ier l’altro, quando l’abbiamo incontrato a cavallo.
— Ebbene?
— Ebbene, no.
— Perchè no?
— Perchè ella non vuole.
— Ah!
— È innamorato di lei?
— Non so.