Pagina:Tigre Reale.djvu/14


— 9 —

delle trecce. La carrozza li aspettava al piede della larga spianata erbosa, coi postiglioni gallonati a nuovo, in mezzo ad una folla di contadini estatici e di monelli che si specchiavano facendo boccacce nella vernice luccicante delle fiancate, e si sparpagliarono vociando dinanzi allo scoppiettare delle fruste:

— Buon viaggio agli sposi!

Buon viaggio! e non vi voltate mai più verso tutto quello che vi lasciate dietro in mezzo alla polvere che fugge, voi signora, i romanzi nebulosi della cameretta tappezzata di carta a grandi fiori azzurri, quel volume del Prati prestato e ridomandato venti volte, dal quale avete invano cercato di far scomparire i segni impercettibili fatti coll’ unghia, quel piccolo orologio, regalo della nonna, sul quale volgeste tante occhiate furtive, agucchiando presso la mamma, nell’ora in cui egli — quell’altro — soleva venire, e quell’ultima stretta di mano che scambiaste allorchè egli partiva pel collegio di marina, prima di fuggire e rintanarvi nella cameretta dai fiori azzurri come un uccel-