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che lo sorprendevo soprapensieri si affrettava ad intavolare un discorso qualsiasi, come avesse letto una indiscreta interrogazione ne’ miei occhi. Del resto, meno quelle passeggiere preoccupazioni, non si curava d’altro che della moglie e del figlio che avea una salute cagionevole, e sembrava che tutto il suo mondo stesse in quelle due creature.

— La mia ammalata deve essere matta da legare, mi disse un giorno Rendona alla stazione di Acireale, dove andavo pei bagni. Ha saputo che al Comunale vi sarà una rappresentazione straordinaria e vuole assistervi. Figurati in quello stato! Io me ne son lavate le mani. È affare che riguarda il capo-stazione, e c’è caso che nella mezz’ora di viaggio abbia a finire in vagone.

La sera di quella rappresentazione anch’io ero a Catania, e vedendo in teatro La Ferlita colla moglie ero andato nel loro palchetto. Avevo sempre prestato un’attenzione assai mediocre alla storia della russa ch’era inferma all’Albergo dei Bagni, poichè alloggiando nello stesso albergo non l’avevo mai vista, nè avevo udito parlare di lei, e