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che non ti sei rotte mai le gambe, De Natale mio, ma Giorgio se le ha altro che rotte, lo so io che l’ho trovato a Firenze in tale stato da sembrarmi più adatto per San Bonifazio che pel ministero di Palazzo Vecchio! — Di’, Bassano, hai conosciuto quella russa che gli ha fatto girare la testa come un molinello. — No, quella lì era invisibile; si diceva che fosse così malandata da essere costretta a tenere anche Giorgio al regime omeopatico. — Si diceva anche ch’era una bella donna! - Chi dice sì e chi dice no... Ma infine, sapete, una donna che vi cura colla omeopatia? — E Giorgio l’ha piantata? — No, è stata lei che l’ha piantato. Il danno, le beffe, e l’uscio addosso! — Giorgio s’è dato pace però. — Ed ella è andata a morire in un angolo di qualche albergo, come tutte coteste gran signore tisiche. — A proposito di tisiche e di gran signore, ne ho conosciuta una all’Albergo dei Bagni di Acireale, e sarebbe una bizzarra combinazione che fosse l’amante di La Ferlita, tanto più che è proprio russa! aggiunse Bassano. —