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DANTE ALIGHIERI
Dico quel ch’è nel core,
Appena di parlar di lor s’aita.
Ciascuna par dolente e sbigottita,
10Come persona discacciata e stanca,
Cui tutta gente manca,
E cui virtute e nobiltà non vale.
Tempo fu già, nel quale,
Secondo il lor parlar, furon dilette,
15Or sono a tutti in ira ed in non cale.
Queste così solette
Venute son come a casa d’amico
Chè sanno ben che dentro è quel ch’io dico
Dolesi l’una con parole molto,
20E ’n sulla man si posa
Come succisa rosa:
II nudo braccio, di dolor colonna,
Sente lo raggio che cade dal volto:
L’altra man tiene ascosa
25La faccia lagrimosa;
Discinta e scalza, e sol di sè par donna.
Come Amor prima per la rotta gonna
La vide in parte, che il tacere è bello,
Egli, pietoso e fello,
30Di lei e del dolor fece dimanda:
‘ Oh di pochi vivanda
(Rispose in voce con sospiri mista),
Nostra natura qui a te ci manda.
Io, che son la più trista,
35Son suora alla tua madre, e son Drittura;
Povera, vedi, a panni ed a cintura.’
Poichè fatta si fu palese e conta,
Doglia e vergogna prese
Lo mio signore, e chiese
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