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RUSTICO DI FILIPPO

Sonetti

14 i c.1235-†c.1295
U
NA bestiuola ho visto molto fera,

Armata forte d’una nuova guerra,
               A cui risiede sì la cervelliera
               4Che del lignaggio par di Salinguerra.
          Se in fin lo mento avesse la gorgiera,
               Conquisterebbe il mar, non che la terra,
               E chi paventa e dotta sua visiera
               8Al mio pare non è folle, nè erra.
          Laida la cera e periglioso ha ’l ciglio
               E buffa spesso a guisa di leone,
               11Terribil tanto a cui desse di piglio,
          E gli occhi ardenti ha via più che dragone.
               De’ suoi nemici assai mi maraviglio
               14Sed e’ non muoion sol di pensagione.


15 ii

(Messerino de' Caponsacchi.)

Q
UANDO Dio messer Messerin fece

Ben si credette far gran maraviglia,
               Ch’uccello e bestia ed uom ne soddisfece
               4Chè a ciascheduna natura s’appiglia:
          Chè nel gozzo anitrocol contraffece,
               Nelle reni giraffa m’assomiglia,
               Ed uom sarìa, secondo che si dice,
               8Nella piacente sua cera vermiglia.
          Ancor, risembra corvo nel cantare,
               Ed è diritta bestia nel savere,
               11Ed uomo è somigliato al vestimento.
          Quando Dio il fece, poco avea che fare.
               Ma voile dimostrar lo suo potere,
               14Sì strana cera fare ebbe in talento.


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