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GUITTONE D'AREZZO
E ’l conte Rosso ha Maremma e ’l paese,
E Montalcin sta sicur senza mura;
Di Ripafratta teme ora il Pisano,
85E ’l Perugin, che ’l lago no’ ’i togliate.
E Roma vuol con voi far compagnia,
Onore e signoria.
Or dunque pare che ben tutto abbiate
Ciò che disiavate:
90Potete far, cioè, re del Toscano.
Baron lombardi, roman e pugliesi
E Toschi e romagnuoli e marchigiani,
Fiorenza, fior che sempre rinnovella,
A sua corte s’appella,
95Che fare vuol di se re de’ Toscani,
Da poi che li Alamanni
Have conquisi per forza e i Sanesi.
13 | Sonetto |
Del buon Gesù, la cui sagrata morte,
Per liberarci dalle infernal porte,
4Tolse l’error del primo nostro padre,
Risguarda Amor con saette aspre e quadre,
A che strazio m’adduce ed a qual sorte.
Madre pietosa, a noi cara consorte,
8Ritraine dal seguir sue turbe e squadre.
Infondi in me di quel divino amore
Che tira l’alme nostre al primo loco,
11Sì ch’io disciolga l’amoroso nodo.
Cotal rimedio ha questo aspro furore,
Tal acqua suole spegner questo foco,
14Come d’asse si trae chiodo con chiodo.
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