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GIOSUÈ CARDUCCI
Ave Maria! Quando su l’aure corre
L’umil saluto, i piccioli mortali
Scovrono il capo, curvano la fronte
116Dante ed Aroldo.
Una di flauti lenta melodia
Passa invisibil fra la terra e il cielo:
Spiriti forse che furon, che sono,
120E che saranno?
Un oblio lene de la faticosa
Vita, un pensoso sospirar quïete,
Una soave volontà di pianto
124L’anime invade.
Taccion le fiere e gli uomini e le cose,
Rosso ’l tramonto ne l’azzurro sfuma,
Mormoran gli alti vertici ondeggianti
128Ave Maria.
345 | Nevicata |
Suoni di vita più non salgon da la città,
Non d’erbaiola il grido o corrente rumor di carro,
4Non d’amor la canzon ilare e di gioventù.
Da la torre di piazza roche per l’aere le ore
Gemon, come sospir d’un mondo lungi dal dì.
Picchiano uccelli raminghi a’ vetri appannati: gli amici
8Spiriti reduci son, guardano e chiamano a me.
In breve, o cari, in breve — tu càlmati, indomito cuore —
Giù al silenzio verrò, ne l’ombra riposerò.
FINE