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GIOSUÈ CARDUCCI
Deh come tutto sorridea quel dolce
Mattin d’aprile, quando usciva il biondo
Imperatore, con la bella donna,
24A navigare!
A lui dal volto placida raggiava
La maschia possa de l’impero: l’occhio
De la sua donna cerulo e superbo
28Iva su ’l mare.
Addio, castello pe’ felici giorni
Nido d’amore costruito in vano!
Altra su gli ermi oceani rapisce
32Aura gli sposi.
Lascian le sale con accesa speme
Istorïate di trionfi e incise
Di sapïenza. Dante e Goethe al sire
36Parlano in vano
Da le animose tavole: una sfinge
L’attrae con vista mobile su l’onde:
Ei cede, e lascia aperto a mezzo il libro
40Del romanziero.
Oh non d’amore e d’avventura il canto
Fia che l’accolga e suono di chittare
Là ne la Spagna de gli Aztechi! Quale
44Lunga su l’aure
Vien da la trista punta di Salvore
Nenia tra ’l roco piangere de’ flutti?
Cantano i morti veneti o le vecchie
48Fate istriane?
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