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GIOSUÈ CARDUCCI

Garisenda

          Sotto vidimi il papa venir con l’Imperatore
          L’un a l’altro impalmati; ed oh me misera,
          In Suo giudicio Dio non voile che io ruinassi
          24Su Carlo quinto e su Clemente settimo!


14 Per la Morte di Napoleone
Eugenio
Q
UESTO la inconscia zagaglia barbara

Prostrò, spegnendo gli occhi di fulgida
               Vita sorrisi da i fantasmi
               4Fluttuanti ne l’azzurro immenso.

               L’altro, di baci sazio in austriache
               Piume e sognante su l’albe gelide
               Le dïane e il rullo pugnace,
               8Piegò come pallido giacinto.

               Ambo a le madri lungi: e le morbide
               Chiome fiorenti di puerizia
               Pareano aspettare anche il solco
               12De la materna carezza. In vece

               Balzâr ne ’l buio, giovinette anime,
               Senza conforti; nè de la patria
               L’eloquio seguivali al passo
               16Co i suon’ de l’amore e de la gloria.

               Non questo, o fosco figlio d’Ortensia,
               Non questo avevi promesso al parvolo;
               Gli pregasti in faccia a Parigi
               20Lontani i fati del re di Roma.

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