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GIOVANNI PRATI
333 | Canto d’Igea | 1815-†1885 |
(Dall’Armando)
Ara co’ propri armenti,
E le vigne fiorenti
4Al fresco olmo marita,
E, i casalinghi dèi
Bene invocando, al sole
Mette gagliarda prole
8Da’ vegeti imenei:
A chi le capre snelle
Sparge sul pingue clivo,
O pota il sacro olivo
12Sotto clementi stelle:
A chi, le braccia ignude,
Nel ciclopeo travaglio,
Picchia il paterno maglio
16Sulla fiammante incude;
A questi Igea dispensa
Giocondi operatori
I candidi tesori
20Del sonno e della mensa;
Le poderose spalle
E i validi toraci
Io formo a questi audaci
24Del monte e della valle.
Nè men chi si periglia
Coi flutti e le tempeste
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