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ALEARDO ALEARDI
E sulle torri dell’infido Greco
40Un vecchio ardente e cieco
Guiderà la vittoria
A piantar fra i nemici il tuo vessillo,
Logoro dalla gloria.
Verranno i re da regïon lontane
45Le tue belle a sposar repubblicane;
E su quella palude
D’alighe immonda sorgeran portenti
Di templi, di trofei, di monumenti:
Da quelle isole nude,
50Come dal sen di magiche conchiglie,
Perle usciranno d’inclite famiglie.
iv
E sul primo spuntar dell’alba austera
Di queste età novelle,
Dai meandri partía de’ suoi canali,
Sopra dromóni di natio cipresso,
5E sulla tolda delle fuste snelle,
Venezia mattiniera,
Quando ancora dormían le sue rivali.
E ver le plaghe della bella aurora,
Mercadantessa audace,
10De’ suoi nobili figli ella volgea
La venturosa prora
Di tesori indovina. E qual riedea
Seco recando dall’Indo ferace
I profumati balsami che manda
15L’olibano che piange,
O il cortice del cinnamo riciso
Ne’ laureti del Gange;
Qual le stoffe träea nel paradiso
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