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ALEARDO ALEARDI
45Stroscia rigaron la Romana fossa;
Così che più fecondi
Per le stragi dei nomadi assassini
Riser di méssi i piani Eridanini:
E più di pria giocondi
50V’imporporaste al sangue dei nemici,
Tumidi grappi delle mie pendici.
ii
Ma sull’Itala tomba il benedetto
Patibolo sorgeva
Del Nazareno a mallevar che un giorno
I sepolti laggiù risorgeranno;
5E così fu. Rianimato ergeva
Dal lungo e infame letto
La patria il capo: e si guatò dintorno.
Non più scettro; non più schiavi: spariti,
E spariti per sempre.
10Uno spiro novel di libertade
Aleggiava pei liti,
Per l’erte piazze e per le torte strade
Fortificando le virili tempre.
Da per tutto di scuri e di martelli
15Una ressa operosa
Mista d’allegro favellío risuona
Senza tregua nè posa
Delle sue coste per l’immensa zona:
È un percoter d’accette entro i pineti
20Al favor degl’inerti anni cresciuti;
Un nuotar di fanciulli irrequïeti,
Sfidando i gorghi; un tessere di vele;
Un fervere d’irsuti
Polsi a temprarsi l’ancora fedele.
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