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GIACOMO LEOPARDI
90Ricco d’or nè gagliardo,
E di splendida vita o di valente
Persona infra la gente
Non fa risibil mostra;
Ma sè di forza e di tesor mendico
95Lascia parer senza vergogna, e noma
Parlando, apertamente, e di sue cose
Fa stima al vero uguale.
Magnanimo animale
Non credo io già, ma stolto,
100Quel che, nato a perir, nutrito in pene,
Dice ‘ A goder son fatto ’
E di fetido orgoglio
Empie le carte, eccelsi fati e nove
Felicità, quali il ciel tutto ignora,
105Non pur quest’orbe, promettendo in terra
A’ popoli che un’onda
Di mar commosso, un fiato
D’aura maligna, un sotterraneo crollo
Distrugge sì, ch’avanza
110A gran pena di lor la rimembranza.
Nobil natura è quella
Ch’a sollevar s’ardisce
Gli occhi mortali incontra
Al comun fato. e che con franca lingua.
115Nulla al ver detraendo,
Confessa il mal che ci fu dato in sorte,
E il basso stato e frale;
Quella che grande e forte
Mostra sè nel soffrir, nè gli odj e l’ire
120Fraterne, ancor più gravi
D’ogni altro danno, accresce
Alle miserie sue, l’uomo incolpando
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