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ALESSANDRO MANZONI
Ti collocò sul monte,
E ne’ tuoi labbri il fonte
40Della parola aprì.
Come la luce lapida
Piove di cosa in cosa
E i color vari suscita
44Dovunque si riposa:
Tal risonò moltiplice
La voce dello Spiro:
L’Arabo, il Parto, il Siro
48In suo sermon l’udì.
Adorator degl’idoli,
Sparso per ogni lido,
Volgi lo sguardo a Solima,
52Odi quel santo grido:
Stanca del vile ossequio,
La terra a Lui ritorni:
E voi che aprite i giorni
56Di più felice età,
Spose che desta il subito
Balzar del pondo ascoso;
Voi già vicine a sciogliere
60Il grembo doloroso;
Alla bugiarda pronuba
Non sollevate il canto,
Cresce serbato al Santo
64Quel che nel sen vi sta.
Perchè, baciando i pargoli,
La schiava ancor sospira?
E il sen che nutre i liberi
68Invidïando mira?
Non sa che al regno i miseri
Seco il Signor solleva?
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