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ALESSANDRO MANZONI
Ma si senton più presso alle spalle
72Anelare il temuto destrier.
Cadon trepidi ai piè de’ nemici,
Gettan l’arme, si danno prigioni:
Il clamor delle turbe vittrici
76Copre i lai del tapino che muor.
Un corriero è salito in arcioni;
Prende un foglio, il ripone, s’avvia,
Sferza, sprona, divora la via;
80Ogni villa si desta al romor.
Perchè tutti sul pesto cammino
Dalle case, dai campi accorrete?
Ognun chiede con ansia al vicino,
84Che gioconda novella recò?
Donde ei venga, infelici, il sapete,
E sperate che gioia favelli?
I fratelli hanno ucciso i fratelli:
88Questa orrenda novella vi do.
Odo intorno festevoli gridi;
S’orna il tempio, e risuona del canto;
Già s’innalzan dai cuori omicidi
92Grazie ed inni che abbomina il ciel.
Giù dai cerchio dell’Alpi frattanto
Lo straniero gli sguardi rivolve;
Vede i forti che mordon la polve,
96E li conta con gioia crudel.
Affrettatevi, empite le schiere,
Sospendete i trïonfi ed i giuochi,
Ritornate alle vostre bandiere;
100Lo straniero discende; egli è qui.
Vincitor! Siete deboli e pochi?
Ma per questo a sfidarvi ei discende;
E voglioso a quel campi v’attende
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