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GIOVANNI BERCHET
18Alla terra del dolor! ’
Qual chi, scosso d’improvviso,
Si risente d’un’ingiuria
21Che non sa di meritar:
Tal sul vecchio del Cenisio
Si risolse quell’estranio
24Scuro il guardo a saettar.
Ma fu un lampo. — Del Romito
Le pupille venerabili
27Una lagrima velò;
E l’estranio, impietosito,
Ne’ misteri di quell’anima,
30Sospettando, penetrò.
Chè un dì a lui, nell’aule algenti,
Là lontan sull’onda baltica,
33Dell’Italia andò un romor
D’oppressori e di frementi,
Di speranze e di dissidj,
36Di tumulti annunziator.
Ma confuso, ma fugace
Fu quel grido, e ratto a sperderlo
39La parola uscì dei re:
Che narrò composta in pace
Tutta Italia, ai troni immobili
42Plauder lieta e giurar fè.
Ei pensava: ‘ Non e lieta,
Non puo stanza esser del giiibllo
45Dove il pianto d al liniitar.’
Con inchiesta mansueta
Tento il cor del Solitario,
48Che rispose al suo pregar:
‘ Non è lieta, ma pensosa:
Non v’è h plauso, ma silenzio;
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