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GABRIELE ROSSETTI
Volontario distese la mano
Sul volume de’ patti segnati;
Ed il volume de’ patti giurati
16Della patria sull’ara posò.
Una selva di lance si scosse
All’invito del bellico squillo;
Ed all’ombra del sacro vessillo
20Un sol voto discorde non fu:
E fratelli si strinser le mani
Dauno, Irpino, Lucano, Sannita;
Non estinta ma solo sopita
24Era in essi l’antica virtù.
Ma qual suono di trombe festive?
Chi s’avanza fra cento coorti?
Ecco il forte che riede tra i forti,
28Che la patria congiunse col re!
Oh qual pompa! Le armate falangi
Sembran fiumi che inondin le strade;
Ma su tante migliaia di spade
32Una macchia di sangue non v’è.
Lieta scena! Chi plaude, chi piange,
Chi diffonde vïole e giacinti;
Vincitori confusi coi vinti
36Avvicendano il bacio d’amor.
Dalla reggia passando al tugurio
Non più finta la gioia festeggia;
Dal tugurio tornando alla reggia
40Quella gioia si rende maggior.
Genitrici de’ forti campioni
Convocati dal sacro stendardo,
Che cercate col pavido sguardo?
44Non temete; chè tutti son qui.
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