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UGO FOSCOLO
14 | (A Zacinto) |
Ove il mio corpo fanciulletto giacque,
Zacinto mia, che te specchi nell’onde
4Del greco mar, da cui vergine nacque
Venere, e fea quell’isole feconde
Col suo primo sorriso, onde non tacque
Le tue limpide nubi e le tue fronde
8L’inclito verso di colui che l’acque
Cantò fatali, ed il diverso esiglio,
Per cui, bello di fama e di sventura,
11Baciò la sua petrosa Itaca Ulisse.
Tu non altro che il canto avrai del figlio,
O materna mia terra: a noi prescrisse
14Il fato illacrimata sepoltura.
299 | (Il suo ritratto) |
Crin fulvo, emunte guancie, ardito aspetto;
Labro tumido, acceso, e tersi denti;
4Capo chino, bel collo, e largo petto;
Giuste membra, vestir semplice eletto;
Ratti i passi, i pensier, gli atti, gli accenti;
Sobrio, umano, leal, prodigo, schietto;
8Avverso al mondo, avverso a me gli eventi.
Talor di lingua, e spesso di man prode;
Mesto i più giorni e solo, ognor pensoso;
11Pronto, iracondo, inquïeto, tenace:
Di vizj ricco e di virtù, do lode
Alla ragion, ma corro ove al cor piace.
14Morte sol mi darà fama e riposo.
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