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VINCENZO MONTI
Enceladi novelli, anco del cielo
Assalgono le torri; a Giove il trono
Tentano rovesciar, rapirgli il tuono,
60E il non trattabil telo.
Ma non dorme lassù la sua vendetta;
Già monta sull’irate ali del vento;
Guizzar già veggo, mormorar già sento
64Il lampo e la saetta.
UGO FOSCOLO
296 | Carme Dei Sepolcri |
1778-†1827 |
Confortate di pianto e forse il sonno
Della morte men duro? Ove più il Sole
Per me alla terra non fecondi questa
5Bella d’erbe famiglia e d’animali,
E quando vaghe di lusinghe innanzi
A me non danzeran l’ore future,
Nè da te, dolce amico, udrò più il verso
E la mesta armonia che lo governa,
10Nè più nel cor mi parlerà lo spirto
Delle vergini Muse e dell’Amore,
Unico spirto a mia vita raminga,
Qual fia ristoro a’ dì perduti un sasso
Che distingua le mie dalle infinite
15Ossa che in terra e in mar semina Morte?
Vero è ben, Pindemonte! anche la Speme,
Ultima Dea, fugge i sepolcri, e involve
Tutte cose l’Obblio nella sua notte;
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