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VINCENZO MONTI
Forse restar doveami
Fra tanti io sol celato,
E miglior tempo attendere
156Dall’ordine del fato?
Io che d’età sì fulgida
Più ch’altri assai son degno?
Io della man di Fidia
160Lavoro e deli’ ingegno?
Qui la fedele Aspasia,
Consorte a me diletta,
Donna del cor di Pericle,
164Al fianco suo m’aspetta.
Fra mille volti argolici
Dimessa ella qui siede,
E par che afflitta lagnisi
168Che il volto mio non vede.
Ma ben vedrallo; immemore
Non son del prisco ardore:
Amor lo desta, e serbalo
172Dopo la tomba Amore.
Dunque a colei ritornano
I fati ad accoppiarmi,
Per cui di Samo e Carnia
176Ruppi l’orgoglio e l’armi?
Dunque spiranti e lucide
Mi scorgerò d’intorno
Di tanti eroi le immagini
180Che furo Ellèni un giorno?
Tardi nepoti e secoli
Che dopo Pio verrete,
Quando lo sguardo attonito
184Indietro volgerete,
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