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VITTORIO ALFIERI

277 (Il proprio ritratto)
S
UBLIME specchio di veraci detti,

Mostrami in corpo e in anima qual sono.
               Capelli, or radi in fronte, e rossi pretti:
               4Lunga statura, e capo a terra prono:
          Sottil persona in su due stinchi schietti:
               Bianca pelle, occhi azzurri, aspetto buono;
               Giusto naso, bel labbro, e denti eletti:
               8Pallido in volto più che un re sul trono:
          Or dure, acerbo, ora pieghevol, mite;
               Irato sempre e non maligno mai;
               11La mente e il cor meco in perpetua lite:
          Per lo più mesto, e talor lieto assai:
               Or stimandomi Achille ed or Tersite.
               14Uom, se’ tu grande o vil? Muori, e il saprai.


278 (Sulla vita sua)
S
PERAR, temere, rimembrar, dolersi;

Sempre bramar, non appagarsi mai;
               Dietro al ben falso sospirare assai,
               4Nè il ver (che ognun ha in sè) giammai godersi;
          Spesso da più, talor da men tenersi;
               Nè appien conoscer sè che in braccio a’ guai;
               E, giunto all’orlo del sepolcro omai,
               8Della mal spesa vita ravvedersi;
          Tal, credo, è l’uomo, o tale almen son io:
               Benchè il core in ricchezze o in vili onori
               11Non ponga, e Gloria e Amore a me sien Dio.
          L’un mi fa di me stesso viver fuori:
               Dell’altra in me ritrammi il bel desio:
               14Nulla ho d’ambi finor che i lor furori.

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