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VITTORIO ALFIERI
Così ha provvisto il nobil conte al come
Ciascun de’ suoi rampolli un giorno onori
63D’alloro pari al suo le illustri chiome.
Educandi, educati, educatori
Armonizzando in sì perfetta guisa,
66Tai ne usciam poscia Italici Signori,
Frigio-Vandala stirpe, irta e derisa.
14 | (A Dante) |
Me tuo discepol non indegno starmi,
Dal cor traendo profondi sospiri,
4Prostrato innanzi a’ tuoi funerei marmi;
Piacciati, deh! propizio ai be’ desiri
D’un raggio di tua luce illuminarmi.
Uom, che a primiera eterna gloria aspiri,
8Contro invidia e viltà dee stringer l’armi? ’
‘ Figlio, io le strinsi, e assai men duol; ch’io diedi
Nome in tal guisa a gente tanto bassa
11Da non pur calpestarsi co’ miei piedi.
Se in me fidi, il tuo sguardo a che si abbassa?
Va, tuona, vinci: e, se fra piè ti vedi
14Costor, senza mirar, sovr’essi passa.’
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