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VITTORIO ALFIERI
Gelo, in vederlo, scorre a ogni uom per l’ossa
Lo spavento d’Iddio dagli occhi gli esce.
Figli di Ammon, dov’è la ria baldanza?
Dove gli spregj e l’insultar, che al giusto
35Popol di Dio già feste?
Ecco ora il piano ai vostri corpi angusto;
Ecco, a noi messe sanguinosa avanza
Di vostre tronche teste:
Ecco ove mena in falsi iddii fidanza. —
40Ma donde ascolto altra guerriera tromba
Mugghiar repente:
È il brando stesso di Saúl, che intomba
D’Edom la gente.
Così Moab, Soba così sen vanno,
45Con l’iniqua Amalech, disperse in polve:
Saúl, torrente al rinnovar dell’anno,
Tutto inonda, scompon, schianta, travolve . . .
Stanco, assetato, in riva
Del fiumicel natio,
50Siede il campion di Dio,
All’ombra sempre-viva
Del sospirato alloro.
Sua dolce e cara prole,
Nel porgergli ristoro,
55Del suo affanno si duole,
Ma del suo rieder gode;
E pianger ciascun s’ode . . .
Di fior sovr’esso spande:
Qual le man venerande
60Di pianto bagna;
E qual si lagna,
Ch’altra più ch’ella faccia.
Ma ferve in ben altr’opra
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