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GIUSEPPE PARINI
E quasi molle cumulo
Crescer di neve alpina
33La man che nelle floride
Dita lieve declina,
Cara de’ baci invidia
36Che riverenza contener poi sa.
Ben può, ben può sollecito
D’almo pudor costume,
39Che vano ama dell’avide
Luci render l’acume,
Altre involar delizie,
42Immense intorno a lor volgendo vel:
Ma non celar la grazia
Nè il vezzo che circonda
45II volto affatto simile
A quel della gioconda
Ebe, che nobil premio
48Al magnanimo Alcide è data in ciel;
Nè il guardo che dissimula
Quanto in altrui prevale,
51E volto poi con subito
Impeto i cori assale,
Qual Parto sagittario
54Che, più certi fuggendo, i colpi ottien;
Nè i labbri, or dolce tumidi,
Or dolce in sè ristretti,
57A cui gelosi temono
Gli Amori pargoletti
Non omai tutto a suggere
60Doni Venere madre il suo bel sen;
I labbri onde il sorridere
Gratissimo balena,
63Onde l’eletto e nitido
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