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GIUSEPPE PARINI
II marchio ond’è il cor scolto
144Lascia apparir nel volto.
Dalla lor mèta han lode,
Figlio, gli affetti umani.
147Tu per la Grecia prode
Insanguina le mani:
Qua volgi, qua l’ardire
150Delle magnanim’ire.
Ma quel più dolce senso
Onde ad amar ti pieghi,
153Tra lo stuol d’armi denso
Venga, e pietà non nieghi
Al debole che cade
156E a te grida pietade.
Te questo ognor costante
Schermo renda al mendico;
159Fido ti faccia amante,
E indomabile amico.
Così con legge alterna
162L’animo si governa.’
Tal cantava il Centauro.
Baci il giovan gli offriva
165Con ghirlande di lauro.
E Tetide, che udiva,
Alla fera divina
168Plaudía dalla marina.
261 | Nell’Inverno del 1785 |
(La Caduta)
Declinando imperversa,
E pioggia e nevi e gelo
4Sopra la terra ottenebrata versa,
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