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GIUSEPPE PARINI
Tra i muscoli del labro,
12Ove riede il cinabro.
I crin, che in rete accolti
Lunga stagione, ah! fôro,
15Sull’omero disciolti,
Qual ruscelletto d’oro,
Forma attendon novella
18D’artificiose anella.
Vigor novo conforta
L’irrequïeto piede:
21Natura, ecco, ecco, il porta,
Sì che al vento non cede,
Fra gli utili trastulli
24De’ vezzosi fanciulli.
O mio tenero verso,
Di chi parlando vai,
27Che studi esser più terso
E polito che mai?
Parli del giovinetto,
30Mia cura e mio diletto?
Pur or cessò l’affanno
Del morbo ond’ei fu grave:
33Oggi l’undecim’anno
Gli porta il Sol, soave
Scaldando con sua teda
36I figliuoli di Leda.
Simili or dunque a dolce
Mèle di favi Iblei
39Che lento i petti molce,
Scendete, o versi miei,
Sopra l’ali sonore
42Del giovinetto al core.
O pianta di buon seme,
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