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PROSPERO MANARA
259 | (Alle campane sonanti nel giorno dei morti) |
1714-†1800 |
Che il ferreo eterno sonno all’uom ricorda;
Ecco già vivo col pensier penétro
4Nella tomba del mio cenere ingorda.
Già mi stese sull’orrido feretro
Morte, del sangue de’ miei padri lorda;
E le pallide cere ardon di tetro
8Lume, e l’inno funebre il tempio assorda.
Sola e divisa dalla spoglia algente
La vedova consorte in bruno velo
11Geme, e il tetto già mio pietà ne sente.
Lo spirto ignudo intanto esulta in cielo
O nell’Erebo smania, ombra dolente.
14Taci, bronzo lugubre; io tremo, io gelo.
GIUSEPPE PARINI
260 | L’Educazione | 1729-†1799 |
Che pur dianzi languia,
3E molle si riposa
Sopra i gigli di pria;
Brillano le pupille
6Di vivaci scintille.
La guancia risorgente
Tondeggia sul bel viso;
9E, quasi lampo ardente,
Va saltellando il riso
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