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VINCENZO DA FILICAIA
Le gravi antiche offese e i novi torti?
E Tu ’l vedi, e ’l comporti,
E la destra dl folgori non armi,
O pur gli avventi a gl’insensati marmi?
15Mira, oimè, qual crudele
Nembo d’armi e d’armati, e qual torrente
D’esercito infedele
Corra l’Austria a inondar! Mira che il loco
A tant’empito manca, e a tanta gente
20Par che l’Istro sia poco,
E di tant’aste a l’ombra il dì si cele!
Tutte son qui le spade
De l’ultimo Orïente, e a la gran lutta
L’Asia s’unío qui tutta,
25E quei che ’l Tanai solca, e quei che rade
Le sarmatiche biade,
E quei che calca la Bistonia neve,
E quei che ’l Nilo e che l’Oronte beve.
Di cristian sangue tinta
30Mira dell’Austria la città reina
Quasi abbattuta e vinta,
Mille e mille raccôr nel fianco infermo
Fulmin temprati all’infernal fucina;
Mira che frale schermo
35Son per lei l’alte mura, ond’ella è cinta;
Mira le palpitanti
Sue rôcche; odi, odi il suon che a morte sfida;
Le disperate grida
Odi, i singulti, le querele e i pianti
40De le donne tremanti,
Che, al fiero aspetto dei comun perigli,
Stringonsi al seno i vecchi padri e i figli.
L’onnipotente braccio,
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