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FRANCESCO DI LEMENE

236 Sonetto
M
ESSAGGERA dei fior, nunzia d’Aprile,

De’ bei giorni d’amor pallida aurora,
               Prima figlia di Zeffiro e di Flora,
               4Prima del praticel pompa gentile:
          S’hai nelle foglie il bel pallor simile
               Al pallor di colei che m’innamora,
               Se per immago tua ciascun t’adora,
               8Vanne superba, o vïoletta umile.
          Vattene a Lidia, e dille in tua favella
               Che più stimi degli ostri i pallor tuoi
               11Sol perchè Lidia è pallidetta anch’ella.
          Con linguaggio d’odor dirle tu puoi:
               ‘ Se voi, pompa d’amor, siete sì bella,
               14Son bella anch’io perchè somiglio a voi.’


VINCENZO DA FILICAIA

237 (Per l’assedio di Vienna, fatto dai
Turchi
)


1642-†1707
E
FINO a quanto inulti

Fian, Signore, i Tuoi servi? E fino a quanto
               Dei barbarici insulti
               Orgogliosa n’andrà l’empia baldanza?
               5Dov’è, dov’è, gran Dio, l’antico vanto
               Di Tu’alta possanza
               Su’ campi Tuoi, su’ campi Tuoi più culti
               Semina strage e morti
               Barbaro ferro, e Te destar non ponno
               10Da sì profondo sonno


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