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FULVIO TESTI
229 | (Al Cavalier Giuseppe Fontanelli) | 1593-†1646 |
Lascian omai l’ambizïose moli
A le rustiche marre, a i curvi aratri:
Quasi che mover guerra
5Del ciel si voglia agli stellati poli
S’ergono mausolei, s’alzan teatri;
E si locan sotterra,
Fin su le soglie de le morte genti,
De le macchine eccelse i fondamenti.
10Per far di travi ignote
Odorati sostegni ai tetti d’oro
Si consuman d’Arabia i boschi interi:
Di marmi omai son vote
Le Ligustiche vene, e i sassi loro
15Men belli son pcrchè non son stranieri:
Fama han le più rimote
Rupi colà de l’Africa diserta,
Perchè lode maggior il prezzo merta.
Lucide e sontuose
20Splendon le mura sì, che vergognarsi
Fan di lor povertà l’opre vetuste:
D’agate prezïose,
Di sardoniche pietre ora son sparsi
I pavimenti delle loggie auguste.
25Tener le gemme ascose
Son mendiche ricchezze e vili onori;
Si calcano col piede ora i tesori.
Cedon gli olmi e le viti
All’edre, ai lauri, e fan selvaggie frondi
30Alle pallide ulive indegni oltraggi.
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