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TORQUATO TASSO
216 | viii |
(Le Gatte di Sant’Anna)
Procella il rende torbido c sonante,
A le stelle onde il polo è fiammeggiante
4Stanco nocchier di notte alza la testa,
Così io mi volgo, o bella gatta, in questa
Fortuna avversa a le tue luci sante,
E mi sembra due stelle aver davante
8Che tramontana sian nella tempesta.
Veggio un’altra gattina, e veder parmi
L’Orsa maggior con la minore: o gatte,
11Lucerne del mio studio, o gatte amate,
Se Dio vi guardi da le bastonate,
Se ’l Ciel vi pasca di carne e di latte,
14Fatemi luce a scriver questi carmi.
217 | ix |
La Terra Sacra a genti empie ritolse,
In cui già Cristo di morir si dolse
4E immortal fe’ la nostra umanitate;
E sì fu chiaro il suon che questa etate
Ad ammirar l’antico onor rivolse,
Ma nè pedoni nè destrieri accolse
8Che gissero oltre il Tauro, oltre l’Eufrate.
Nè so s’i vaghi spirti al ciel rapiva,
Ma ben sovente di pietoso affetto
11Si colorò chi le mie note udiva.
Me talor rapì certo, ed alcun detto
Dal ciel spirommi, o musa od altra diva;
14Deh! spiri or sempre e di sè m’empia il petto!
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