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TORQUATO TASSO

214 vi
S
POSA regal, già la stagion ne viene

Che gli accorti amatori a’ balli invita,
               E ch’essi a’ rai di luce alma e gradita
               4Vegghian le notti gelide e serene.
          Del suo fedel già le secrete pene
               Ne’ casti orecchi e di raccôrre ardita
               La verginella, e lui tra morte e vita
               8Soave inforsa e ’n dolce guerra il tiene.
          Suonano i gran palagi e i tetti adorni
               Di canto; io sol di pianto il carcer tetro
               11Fo risonar. Questa è la data fede?
          Son questi i miei bramati alti ritorni?
               Lasso! dunque prigion, dunque feretro
               14Chiamate voi pietà, Donna, e mercede?


215 vii
S
CIPIO, o pietade è morta od è bandita

De’ regi petti, e nel celeste regno
               Tra’ divi alberga e prende il mondo a sdegno,
               4O fia la voce del mio pianto udita.
          Dunque la nobil fè sarà schernita
               Ch’è di mia libertà sì nobil pegno,
               Nè fine avrà mai questo strazio indegno
               8Che m’inforsa così tra morte e vita?
          Questa è tomba de’ vivi ov’io son chiuso
               Cadavero spirante, e si disserra
               11Solo il carcer de’ morti: oh divi, oh cielo!
          S’opre d’arte e d’ingegno, amore e zelo
               D’onore han premio o ver perdono in terra,
               14Deh! non sia, prego, il mio pregar deluso.


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