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CELIO MAGNO
115D’affanni io lascio in dura povertade,
Chiudendo gli occhi, oimè, da te lontano.
Porgi, o Padre sovrano.
Per me soccorso a l’innocente etade:
Ond’ei securo da’ miei colpi acerbi
120Viva, e de l’ossa mie memoria serhi.
Ahi, ch’anzi pur, Signor, pregar devrei
Per le mie gravi colpe al varco estremo:
Dove pavento e tremo
De la giust’ira tua, mentre a lor guardo:
125Tu, cui condusse in terra amor supremo
A lavar col Tuo sangue i falli miei;
Tu, die fattor mio sci;
Volgi nell’opra Tua pietoso il guardo:
Ch’or è pronto il pentir, se, fu ’l cor tardo
130Per la Tua strada, e volto a’ proprj danni:
E con lagrime amare il duol ne mostro.
Tu da l’infernal mostro
L’alma difendi, e da’ perpetui affanni:
Tal che, d’ogni suo peso e nodo sciolta,
135Di Tua grazia gioisca in ciel raccolta.
Là su, là su, Canzon, la vera eterna
Patria n’aspetta: a Dio sen’ torni l’alma,
Che sol bear la può d’ogni sua brama.
E, poi che già mi chiama
140A depor questa fral, corporea salma,
Prestimi grazia a la partita innanzi,
Ch’almen qualch’ora a ben morir m’avanzi.
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