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BERNARDO TASSO
E ’nghirlandati il crine,
Di più felici rami gli arbuscelli
Nelle piaggie vicine
Fate innestando belli,
35Ond’inalzano al ciel vaghi capelli.
E talor maritate
Ai verd’olmi le viti tenerelle,
Ch’al suo collo appoggiate,
E, di foglie novelle
40Vestendosi, si fan frondose e belle.
Poi ch’alla notte l’ore
Ritoglie il giorno, dal securo ovile
La greggia aprite fuore,
E con soave stile
45Cantate il vago dilettoso Aprile.
E ’n qualche valle ombrosa
Ch’ai raggi ardenti di Febo s’asconde,
Là, dov’Eco dogliosa
Sovente alto risponde
50Al roco mormorar di lucid’onde,
Chiudete in sonni molli
Gli occhi gravati; spesso i bianchi tori
Mirate per li colli,
Spinti da’ loro amori,
55Cozzar insieme, e lieti ai vincitori
Coronate le corna;
Onde si veggion poi superbi e fieri
Alzar la fronte adorna,
E gir in vista alteri
60Come vittorïosi cavallieri.
Spesso, da poi che cinta
Di bionde spiche il crin, la state riede,
Coll’irta chioma avvinta
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