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BERNARDO TASSO
172 | Ode | 1493-†1569 |
Che d’un picciol poder lieti e contenti
Avete i cieli amici,
E lungi dalle genti
5Non temete di mar ira, o di venti:
Noi vivemo alle noie
Del tempestoso mondo, ed alle pene;
Le maggior’ nostre gioie,
Ombra del vostro bene,
10Son più di fel che di dolcezza piene.
Mille pensier molesti
Ne porta in fronte il dì dall’Orïente;
E, di quelli e di questi
Ingombrando la mente,
15Fa la vita parer trista e dolente.
Mille desir noiosi
Mena la notte sotto alle fosch’ali,
Che turbano i riposi
Nostri, e speranze frali,
20Salde radici d’infiniti mali.
Ma voi, tosto che l’anno
Esce col sole dal monton celeste,
E che del fero inganno
Progne con voci meste
25Si lagna, e d’allegrezza il dì si veste;
All’apparir del giorno
Sorgete lieti a salutar l’aurora,
E ’l bel prato d’intorno
Spogliate ad ora ad ora
30Del vario fior che ’l suo bel grembo onora:
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