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VITTORIA COLONNA

Sonetti

170 i 1492-†1547
Q
UANTI dolci pensieri, alti disiri

Nodriva in me quel Sol che d’ogn’intorno
               Sgombrò le nubi, e fe’ qui chiaro il giorno,
               4Ch’or tenebroso scorgo ovunque io miri!
          Soave il lagrimar, grati i sospiri
               Mi rese in questo sue breve soggiorno;
               Chè al parlar saggio ed allo sguardo adorno
               8S’acquetavano in parte i miei martiri.
          Veggio or spento il valor, morte e smarrite
               L’alme virtuti, e le più nobil menti
               11Per lo danno comun meste e confuse.
          Al suo sparir dal mondo son confuse
               Di quell’antico onor le voglie ardenti,
               14E le mie d’ogni ben per sempre escluse.


171 ii
D
EH! potess’io veder per viva fede,

Lassa! con quanto amor Dio n’ha creati,
               Con che pena riscossi, e come ingrati
               4Semo a così benigna alta mercede:
          E come ei ne sostien; come concede
               Con larga mano i suoi ricchi e pregiati
               Tesori; e come figli in lui rinati
               8Ne cura, e più quel che più l’ama e crede:
          E com’ei nel suo grande eterno impero
               Di nuova carità l’arma ed accende,
               11Quando un forte guerrier fregia e corona!
          Ma poi che per mia colpa non si stende
               A tanta altezza il mio basso pensiero,
               14Provar potessi almen com’ei perdona!


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