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LORENZO DE’ MEDICI

125 viii
O
BELLA vïoletta, tu se’nata

Ove già ’l primo mio bel disio nacque:
               Lagrime triste e belle furon l’acque
               4Che t’han nutrita e più volte bagnata.
          Pietate in quella terra fortunata
               Nutrì il disio, ove il bel cesto giacque:
               La bella man ti colse, e poi le piacque
               8Farne la mia per sì bel don bcata.
          E mi par ad ognor fuggirti voglia
               A quella bella man; onde ti tegno
               11Al nudo petto dolcemente stretta:
          Al nudo petto; chè desire e doglia
               Tiene il loco del cor, che il petto ha a sdegno
               14E stassi onde tu vieni, o vïoletta.


126 ix
C
ERCHI chi vuol le pompe e gli alti onori,

Le piazze, i tempii e gli edifizi magni,
               Le delizie, il tesor, quale accompagni
               4Mille duri pensier, mille dolori.
          Un verde praticel pien di bei fiori,
               Un rivolo che l’erba intorno bagni,
               Un augelletto che d’amor si lagni,
               8Acqueta molto meglio i nostri ardori;
          L’ombrose selve, i sassi e gli alti monti,
               Gli antri oscuri, e le fere fuggitive,
               11Qualche leggiadra ninfa paurosa.
          Quivi vegg’io con pensier vaghi e pronti
               Le belle luci come fosser vive;
               14Qui me le toglie or una or altra cosa.

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