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PANDOLFO COLLENUCCIO
Lo ver dal falso, dal valente il frale,
Dallo eterno il mortale;
O di magnanimi spiriti consorte,
48A te mi volgo, generosa Morte.
Candido vien dal ciel, puro e divino,
L’animo immortal nostro in questa spoglia,
Ove al tutto si spoglia
52Del lume di sua gloria. È il suo cammino
Fra paura e disìo,
Dolor, vane letizie, oltraggi ed ire,
Ove han pugna natura ed elementi
56Fra eterni opposti venti.
Mirabil cosa fia, se il Ciel si mire,
Giusto gravato dall’infimo pondo
Dell'orbo, ingrato mondo!
60Or tu rendi con atto onesto e pio
A un liber uom la prima libertate;
Ch’oggi da te pietate
Chiedendo, aspetta alla sua cruda sorte
64Per la eterna tua man, inclita Morte.
Quel ben falso che vita ha nome in terra,
Se il si debbe ai tiranni è grave stento,
È sospiro, è lamento,
68È affanno, infermità, terrore e guerra.
Natura all’uom matrigna
Intra mali cotanti esto sol bene
Ne diè per pace e libertade e porto;
72A’ più savi è diporto,
Lo fine attender delle umane pene;
E dicon: ‘ Non fia lungi chi ne scioglia
Con generosa voglia.
76Tu se’ quella dal ciel data e benigna
Madre, ch’ogni viltà dei petti sgombri;
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