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MATTEO MARIA BOIARDO
110 | iii |
II sol, di raggi d’or tutto giubato,
E di tal luce in faccia colorato,
4Che ne incendeva tutta la marina.
E vidi la rugiada mattutina
La rosa aprir d’un color sì infiammato,
Che ogni lontan aspetto avria stimato
8Che un foco ardesse nella verde spina.
E vidi a la stagion prima e novella
Uscir la molle erbetta come suole,
11Aprir le foglie nella prima etate.
E vidi una leggiadra donna e bella
Su l’erba coglier rose al primo sole,
14E vincer queste cose di beltate.
111 | iv |
Che solo in terra si pareggia al sole,
E l’accorte sembianze al mondo sole,
4E l’atto dal mortal tanto diviso;
Chi non vide fiorir quel vago riso
Che germina di rose e di vïole,
Chi non udì le angeliche parole
8Che suonano armonia di paradiso;
Chi mai non vide favellar quel guardo
Che come stral di foco il lato manco
11Sovente incende, e mette fiamme al core;
E chi non vide il volger dolce e tardo
Del soave splendor tra ’l nero e ’l bianco,
14Non sa nè sente quel che vaglia amore.
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