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ANDREA DEL BASSO
65Cos’è dove non bolle
E verme, e putridume,
E puzza, e succidume?
Dimmi cos’è, cos’è, che possa piue
Far a’ tuoi Proci le figure sue?
70Dovevi altra mercè chieder che amore,
Chieder dovevi al Cielo pentimento.
Amor cos’è? un tormento;
Amor cos’è? un dolore;
E tu gonfia, e superba,
75Ch’eri sol fiore, et erba,
Che languon nati appena,
E tu credevi piena
De balsamo immortale.
Credevi d’aver l’ale
80Da volar su le nubi,
E non eri che Anubi
Adorato in Egypto oggi, e dimane
In la sembianza di Molosse cane.
Poco giovò ch’io ti dicessi: ‘ Vanne,
85Vanne pentita a piè del confessoro.
Digli: “ Frate, io moro
Nelle rabbiose sanne
Dell’infernal Dracone,
Se tua pietà non pone
90Argine al mio fallire.
Io vorrei bene uscire,
Ma sì mi tiene el laccio
Che, per tirar ch’io faccio,
Romper nol posso punto,
95Sicchè oramai consunto
Ho lo spirito, e l’alma, e tu poi solo
Togliermi per pietà fuora de duolo.” ’
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