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ANDREA DEL BASSO
Allora in te si volge.
E grida, o sciaurata,
Che fosti sì sfrenata:
35Quest’è il premio che torna
A chi tanto s’adorna,
A chi nutre soe carne
Senza qua giù guardarne
Dove tutto se volve
40In cener, et in polve,
E dove non è requie, o penitenza,
Fino a quel dì dell’ultima sentenza.
Dov’è quel bianco seno d’alabastro,
Ch’onduleggiava come al margin flucto?
45Ahi, che per too disastro
In fango s’è reducto.
Dove gli occhi lucenti,
Due stelle risplendenti?
Ahi, che son due caverne
50Dove orror sol si scerne.
Dove ’l labro sì bello
Che parea di pennello?
Dov’è la guanza tonda?
Dove la chioma bionda?
55E dove simetria di portamento?
Tutto è smarrito, como nebbia al vento.
Non tel diss’io tante fiate, et tante:
‘ Tempo verrà che non sarai più bella
E non parrai più quella,
60E non avrai più amante ’ ?
Or ecco vedi ’l fructo
D’ogni tuo antico fasto.
Cos’è che non sia guasto
Di quel tuo corpo molle?
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