M’allegro e canto en la stagion novella,
Merzè d’amore e de’ dolci pensieri.
lo vo pe’ verdi prati riguardando 5I bianchi fiori e gialli e i vermigli,
Le rose in su le spine e i bianchi gigli,
E tutti quanti gli vo somigliando
Al viso di colui, che me, amando,
Ha presa e terrà sempre, come quella 10Ch’altro non ha in disìo ch’e’ suoi piaceri.
De’ quai quand’io ne truovo alcun che sia,
Al mio parer, ben simile di lui,
Il colgo e bacio e parlomi con lui,
E com’io so, così l’anima mia 15Tututta gli apro, e ciò che ’l cor desía:
Quindi con altri il metto in ghirlandella
Legato co’ miei crin biondi e leggieri.
E quel piacer, che di natura il fiore
Agli occhi porge, quel simil mel dona 20Che s’io vedessi la propria persona
Che m’ha accesa del suo dolce amore:
Quel che mi faccia più il suo odore,
Esprimer nol potrei con la favella,
Ma i sospir ne son testimon veri. 25Li quai non escon già mai del mio petto,
Come dell’altre donne, aspri nè gravi.
Ma se ne vengon fuor caldi e soavi,
Ed al mio amor sen vanno nel cospetto,
Il qual, come gli sente, a dar diletto 30Di sè a me si muove, e viene in quella,
Ch’i’ son per dir: ‘ Deh vien, ch’i’ non disperi.’